A distanza di sessantanove anni e sette giorni per la precisione,Roma torna ad essere quella Capitale democratica e antifascista ,insignita della Medaglia d’Oro per meriti resistenziali. A distanza di cinque anni,un mese e 13 giorni il Sindaco Nero della Capitale lascia l’incarico per manifesta inferiorità numerica,questo malgrado una spregiudicata campagna elettorale diretta a rassicurare i suoi grandi elettori,quelli beneficiari dei privilegi distribuiti a pioggia negli anni della sua fallimentare amministrazione.
Alemanno se ne va lasciandoci l’eredità di un bilancio comunale disastrato,di aziende partecipate sull’orlo della bancarotta invase da centinaia di sodali piazzati a presidio degli interessi suoi e della sua parte.
Ci lascia in eredità anche il monumento alle vittime delle Foibe, il Giardino di Piazza Vescovio intitolato a Francesco Cecchin, il ricordo delle commemorazioni in Campidoglio dei rastrellatori di Partigiani della X Mas, e quello,il peggiore di tutti, delle braccia tese nel saluto romano il giorno del suo insediamento a Sindaco della Capitale. Un affronto alla coscienza antifascista cittadina imperdonabile.
A guardare bene le cose, dobbiamo però riconoscere ad Alemanno il merito di averci lasciato anche qualcosa di positivo,ci ha ridato l’orgoglio,quello di averlo affrontato e battuto a viso aperto tutte le volte che ha tentato di contaminare con la sua presenza la memoria dei giovani romani morti per mano fascista.
La sua presenza a capo della nostra città ha risvegliato infatti ribellioni antiche,ha posto in secondo piano professione,vita privata,riposo spingendoci in molti a ricucire i rapporti nati nella militanza antifascista,ridandoci l’orgoglio di affermare “che da noi,Alemanno non sarebbe passato “.
E’ questo lo spirito che credo abbia spinto molti di noi a recarsi ai seggi elettorali,prima il 28 aprile nella speranza di favorire qualcosa di diverso dalla sinistra esangue e supina che conosciamo, poi al ballottaggio,votando il licenziamento del Sindaco Nero.
Quanto abbia influito il voto “Antifascista” nel circa 64% del consenso attribuito a Marino dagli elettori non è quantificabile, possiamo solo sperare che una buona parte dei 151.770 voti in più datigli nel Ballottaggio rappresentino lo schieramento fisiologicamente antifascista e antirazzista romano. In che misura è difficile affermarlo oggi,forse più avanti lo scopriremo.
Oggi ,invece deve bastare la nostra motivazione al voto per reclamare da subito la coerenza antifascista dal sindaco neoeletto, vogliamo vedere riconosciuta la valenza del voto antifascista nella cacciata di Alemanno non solo cantando Bella Ciao in piazza ma con fatti concreti che riequilibrino le storture storiche del revisionismo Alemanniano e respingano i rigurgiti fascisti e razzisti ai margini della nostra città.