Preceduto da settimane di continui appelli alla mobilitazione antifascista, si tiene a Roma nel quartiere dell’EUR il Congresso Nazionale del MSI. Dalle pagine del proprio quotidiano, Lotta Continua invita a manifestare malgrado i divieti della Questura contro il congresso fascista e contro il governo del Fermo di Polizia, richiamando alla memoria degli antifascisti la rivolta del Luglio 1960, quando tutta Genova democratica scese in piazza per contrastare la presenza dei Missini sostenuti dalla Celere di Tambroni.
Ma Roma non è Genova e quel 18 Gennaio la partecipazione popolare non sarà sufficiente a scalzare il presidio militare messo in atto nella Capitale dallo Stato. Un successo per il governo Andreotti sicuramente favorito dall’isolamento che ANPI e partiti della sinistra parlamentare riusciranno a costruire attorno alla mobilitazione indetta per il 18 pomeriggio.
Ma indipendentemente dall’operato del PCI e delle organizzazioni ad esso satelliti, il sostanziale fallimento della mobilitazione di Roma contro il Congresso del MSI andrà ricercato nella errata interpretazione di parte della sinistra rivoluzionaria della contingente fase politica, dove alcuni momenti di sia pure forte conflittualità sociale verranno esaltati come prodromi di una prossima contrapposizione popolare al governo DC in procinto di deflagrare.
Le organizzazioni rivoluzionarie, Lotta Continua in particolare usciranno dal flop del 18 Gennaio notevolmente disorientate,si avvierà un processo di riflessione che passerà necessariamente per la ricerca di un maggior rapporto politico con le masse e che avrà come risultato lo scioglimento delle strutture organizzative interne e l’invio di tutti i militanti a fare lavoro politico in fabbrica o in quartiere.