18 marzo 1954: il governo Scelba contro “le forze totalitarie”

SCELBA

Il 18 marzo 1954, il governo Scelba annuncia la repressione contro “le forze totalitarie che minano l’unità del Paese”. I provvedimenti preannunciati riguardano i settori economico-finanziari, dello spettacolo, la selezione dei funzionari statali. Consistono nella cancellazione dei contributi alle cooperative legate al P.C.I.; nel ritorno alla proprietà dello Stato dei fabbricati, precedentemente in uso ai fascisti, che erano passati a partiti, sindacati, associazioni, dopo la Liberazione; esige l’allontanamento dei dipendenti statali vicini alle associazioni di sinistra, A.N.P.I. compresa; una stretta censura su cinema, teatro e televisione. Dal ’52 al ’62 Valletta, Presidente della Fiat, attua un’opera sistematica di licenziamento degli attivisti comunisti: coloro che non possono essere licenziati vengono “confinati” all’Officina Sussidiaria Ricambi, fuori da Mirafiori, ribattezzata presto “Officina Stella Rossa”. Esponenti del M.S.I. incontrano funzionari americani. Il governo programma, inoltre, un servizio informativo nelle amministrazioni pubbliche, in primis nelle Forze Armate, per impedire l’accesso di individui vicini alla sinistra, considerati spie o elementi sovversivi, una sorta di OVRA (la polizia segreta, istituita da Mussolini nel 1930, che spiava anche l’arma dei Carabinieri).

Seguiranno altri comunicati, dello stesso tenore, il 4 e il 29 dicembre dello stesso anno, nei quali si afferma:

“anzitutto occorre partire da una precisa constatazione, e cioè che il Partito Comunista agisce fuori dalla Costituzione…occorre modificare la mentalità che fa ritenere normale ogni attività del P.C. ponendola su un piano di parità con qualsiasi altro ente o cittadino” (30 novembre 1954); “dobbiamo partire dalla constatazione che il P.C. opera contro la democrazia e lo Stato democratico servendosi dell’appoggio di una potenza straniera. Se si accetta questa impostazione, ogni provvedimento diventa logico” (4 dicembre 1954). Compreso violare la Costituzione, ispirandosi alla “caccia alle streghe” negli U.S.A., dove la polizia controlla “tutti i telefoni dei comunisti, per il solo fatto di essere comunisti” senza l’autorizzazione della Magistratura. Si auspica un provvedimento per mettere fuorilegge il P.C.I.

Precedentemente, il 14 marzo 1954, in un incontro tra Egidio Ortona, funzionario dell’ambasciata italiana negli U.S.A., e Charles Douglas Jackson, esperto di guerra psicologica del governo statunitense, quest’ultimo spiega: “Noi americani soltanto da poco ci siamo resi conto che il nostro nemico mortale è la Russia sovietica. Ci siamo svegliati a questa dura realtà con molto ritardo ed abbiamo cercato e cerchiamo di correre ai ripari per quanto o non è stato fatto o è stato incautamente tollerato dalle precedenti amministrazioni. Il nostro nemico non è stato Hitler, non è stato Mussolini, non è stato neppure Hirohito. Vediamo oggi soltanto che il nostro vero nemico è Mosca. Dobbiamo fare qualsiasi sforzo nel più breve tempo possibile per arginare l’espansione sovietica e ciò perché sappiamo che, se non creiamo noi un argine, i russi ci sopraffaranno…In tali circostanze noi abbiamo bisogno di opporci in ogni modo al comunismo internazionale che è il lato frontale dell’imperialismo sovietico. E’ per questo motivo che forse siamo impazienti, ma è anche per questo motivo che sentiamo il dovere di esigere la massima sollecitudine dai nostri alleati e dai paesi che fanno parte del mondo libero. Quello che ci risulta di certe debolezze del governo italiano non può farci piacere o comunque non può non essere per noi motivo di viva preoccupazione. Quando diciamo che è per noi necessario arginare il comunismo, intendiamo dire che occorre batterlo ovunque esso si manifesta. E’ per questo che vogliamo batterlo nelle fabbriche, cercando di minare l’organizzazione dei sindacati comunisti; a tale riguardo non possiamo certo compiacerci dell’atteggiamento qualche volta conciliante e qualche volta anche di omertà degli industriali italiani. Dobbiamo batterlo nella sua forza organizzativa. Per questo abbiamo bisogno che il governo italiano dia prova di vigore, di fermezza e di aggressività. Ciò non avviene da molto tempo. Occorre trovare il modo di sottrarre ai comunisti quei mezzi di cui essi si sono impossessati anche legalmente nell’immediato dopoguerra e che facilitano ora la loro opera dal punto di vista della propaganda giornalistica e di partito (edifici, tipografie, ecc.) Occorre evitare che continuino ad affluire cespiti ingenti al partito comunista attraverso i guadagni che vengono percepiti da ben noti enti impegnati nel commercio con l’Oriente europeo. Noi non possiamo continuare a pagare attraverso la corresponsione di nostri aiuti al governo e all’industria italiana dei tributi veri e propri che, in via indiretta, alimentano il partito comunista e accrescono la sua forza organizzativa, per di più sapendo che essi possono essere un giorno rivolti contro di noi…”.

E il 17 marzo 1954, il Sios Esercito informa il Sifar, con atto nr.501754/I, dell’installazione di un apparato informativo statunitense in Italia, in funzione atlantica ed anticomunista. Il Sios riferisce di centri già attivi a Milano, Bolzano e Napoli; in via di costituzione a Venezia, Trieste e Roma; riferisce inoltre che civili e militari, nella riserva, sono già in attività al soldo degli americani e che civili prestano la loro opera per enti americani, a Verona, selezionati sulla base di informazioni fornite dalla locale Questura. Controllo politico di Stato e informative. Stati Uniti- Italia. Strutture clandestine e semiclandestine

Il Governo Scelba, formato da DC-PSDI-PLI, rimase in carica dal 10 febbraio 1954 al 06 luglio 1955. Tra i principali esponenti, ricordiamo:

Giuseppe Saragat, Vice Presidente. Successivamente, eletto Presidente della Repubblica (1964-1971)

Agli Interni, ad interim, lo stesso Mario Scelba, già titolare del medesimo Ministero dal 2 febbraio 1947 al 16 luglio 1953. Ricordato, in special modo, per aver espulso dalla Polizia elementi provenienti dalla Polizia Partigiana, sostituendoli con individui fidati, dopo l’allontanamento del P.C.I. dal governo, nel 1947. Paventando il possibile scoppio di una guerra civile, sotto la sua direzione i reparti della Celere repressero con la forza numerosi scioperi e manifestazioni di piazza, causando vittime e feriti. Contrastò, inoltre, l’attività di don Zeno Saltini, fondatore della comunità Nomadelfia, formata da orfani e diseredati, le cui idee considerava troppo simili agli ideali di sinistra.

Paolo Emilio Taviani, Ministro della Difesa, più volte ministro in diversi dicasteri.

Al Tesoro Silvio Gava, anch’egli ministro in diversi governi, ma noto, soprattutto, per essere stato accusato di estremo clientelismo e di guidare un centro di potere strettamente collegato alle mediazioni per gli interventi statali a Napoli insieme al figlio Antonio.

Ministro degli Esteri Attilio Piccioni, fino al 16/09/1954, costretto alle dimissioni in seguito alla vicenda di Wilma Montesi, la giovane trovata morta, il 9 aprile 1953, sulla spiaggia di Capocotta, vicino Roma. Nelle indagini era comparso il nome del figlio, Piero Piccioni, inizialmente taciuto dalle forze dell’ordine e dalla stampa.

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