Il 27 settembre 1970, il presidente degli U.S.A., Richard Nixon, è in visita a Roma e incontra il Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat e il capo del governo, Emilio Colombo. Si ripetono le proteste provocate dalla precedente visita del 2 marzo 1969. Si susseguono comizi e cortei in tutt’Italia nei giorni che precedono la visita. E poi la contestazione a Roma, al grido di «Nixon vattene!», slogan apparso anche in palloncini issati all’Olimpico. «Non contare sull’Italia»: non è uno slogan no global, ma la parola d’ordine della manifestazione contro la visita a Roma dell’allora presidente Usa Richard Nixon, per contestare la presenza statunitense in Vietnam e Cambogia e un temuto intervento militare in Medio Oriente.
La capitale rimane bloccata, anche per l’imponente schieramento di forze dell’ordine, che, in centro, caricano i manifestanti mentre infrangono le vetrine dell’American Express.
Migliaia di studenti si sono adunati in piazza scandendo slogan antiamericani e lanciando pietre contro la polizia. Il 28 settembre, Nixon, è ricevuto da Paolo VI, provocando proteste anche a Piazza S. Pietro. Altri cortei si sono svolti a Napoli e Genova «contro l’imperialismo e contro il viaggio in Italia del presidente degli Stati Uniti». Ci sono stati tredici arresti e centinaia di fermi.
Tra i temi degli incontri, il rafforzamento di una cooperazione, necessaria per l’importante ruolo dell’Italia nel Mediterraneo. Ruolo riconosciuto anche dall’Urss. Negli incontri fu ribadita l’identità di vedute sul ruolo della Sesta Flotta deli Stati Uniti, stanziata nel Mediterraneo, con base a Napoli, ma anche operativa nell’Atlantico.
In quel periodo, le relazioni dell’Italia con i paesi arabi erano buone, ma risentivano del contenzioso con Gheddafi, appena arrivato al potere in Libia. L’Italia auspicava un ruolo maggiore dell’Onu nei problemi mediorientali. Contemporaneamente, al Cairo, viene siglato un accordo di tregua tra re Hussein di Giordania e Arafat. Il 28 muore il presidente egiziano Nasser.
In quel periodo, negli Stati Uniti, le manifestazioni sono diventate oceaniche. Le proteste pubbliche contro la guerra, invece di ridursi come auspicato da Nixon, aumentarono continuamente di fronte alla divulgazione di clamorose notizie riservate sulla guerra, come i cosiddetti Pentagon Papers (documenti top secret sulle strategie governative in Vietnam, alla continuità dei combattimenti, alla infruttuosità dei colloqui di pace, alle continue perdite di soldati in un conflitto considerato inutile e immorale. Il 15 ottobre e il 15 novembre 1969 si svolsero a Washington le prime gigantesche manifestazioni di protesta contro la guerra.
L’8 agosto 1974, Richard Nixon rassegnò le proprie dimissioni, a causa del noto scandalo Watergate, consistente, sinteticamente, nella scoperta, nel giugno 1972, di intercettazioni illegali nel comitato elettorale dei democratici, da parte del partito repubblicano.
Emilio Colombo, dopo essere stato più volte ministro, fu nominato senatore a vita dal presidente Ciampi nel 2003.