A Roma, il liceo Mamiani viene occupato. E’ la risposta al preside, che aveva invitato tre studenti (Tullio Della Seta, Giuseppe Bortone e Stefano Poscia) a ritirarsi, pena l’espulsione da tutte le scuole italiane. Il giorno seguente si svolge un’assemblea non autorizzata con 800 studenti che chiedono di essere anche loro sospesi. Il 19 la scuola è occupata e sgombrata dalle forze dell’ordine. Il 20 si svolge un sit-in davanti all’istituto.
Nel frattempo, in tutta Italia, cresce il movimento degli studenti, sia nelle università che nelle scuole medie superiori. Si costituiscono comitati di coordinamento in tutte le maggiori città. Al 22 ottobre, sono centinaia gli studenti in carcere e migliaia quelli denunciati. La Camera e il Senato, rendendosi conto dei rischi, proclamano, con il voto contrario delle destre, un’amnistia per i reati politici, compresi quelli addebitati agli studenti.
Il 28 ottobre il sottosegretario per la pubblica istruzione Elkan risponde a un’interrogazione, presentata da un gruppo di deputati del Pci, richiedente “… la revoca delle gravi decisioni adottate dal preside del ginnasio-liceo “Mamiani” a carico di tre studenti e dirette a stroncare lo sviluppo di una vita democratica ella scuola…”. Nella risposta, il sottosegretario sostiene che la sanzione è stata decisa dal collegio dei professori e non solo dal preside. Pertanto, per modificarla si deve seguire la procedura, che prevede il ricorso al Provveditorato. Il Ministero non può intervenire per non violare i poteri degli organi collegiali. Si apre un aspro confronto con i deputati della sinistra, durante il quale il sottosegretario sostiene che “…le sanzioni non sono state dirette a stroncare lo sviluppo di una vita democratica nella scuola, ma rappresentano la spiacevole conclusione di una serie di atti compiuti dai tre alunni con il principale scopo di creare disordine nella scuola…”, che erano apparse scritte sui muri della scuola di questo genere “no alla scuola dei padroni”, “Mamiani rosso”, “Tullio (il preside) vattene”. Gli interpellanti ribadiscono, tra l’altro, il diritto di affermazioni simili, in nome del cambiamento e della democrazia e la propria insoddisfazione per le risposte ministeriali.
Il 13 dicembre nuova occupazione del Mamiani con centinaia di sospensioni. In seguito a questa nuova protesta, il ministro Fiorentino Sullo si reca nella scuola per parlare con gli studenti. Successivamente, concede il diritto di assemblea negli istituti superiori e inizia la stesura della riforma relativa agli esami di maturità.