LA LIBERAZIONE Il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, ordinando a tutte le forze partigiane nel Nord Italia di attaccare i presidi fascisti e tedeschi costringendoli così alla resa prima dell’arrivo delle truppe alleate. Entro il 1º maggio tutta l’Italia settentrionale fu liberata mettendo così fine a più di venti anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra.
IL 72° ANNIVERSARIO La data del 25 aprile rappresenta il culmine della lotta di liberazione dal nazifascismo che vide in moltissime città d’Italia la Resistenza organizzarsi in formazioni partigiane che resero vita difficile all’esercito invasore nazista ed ai fascisti; di quanto fu forte e determinante l’azione delle formazioni partigiane a Roma ne parleremo con lo storico Davide Conti che ci presenterà il suo libro GUERRIGLIA PARTIGIANA A ROMA.
LA CRISI ECONOMICA E LA RIPRESA DEL FASCISMO A 72 anni di distanza la data del 25 aprile non ha minimamente perso il suo significato. A rafforzarne il valore giungono i segnali allarmanti figli della crisi economica che attanaglia il paese da quasi un decennio e della conseguente disgregazione sociale che hanno favorito in Italia e in Europa la crescita di movimenti xenofobi d’ispirazione nazi-fascista.
IL NEOFASCISMO A ROMA L’infiltrazione di questi soggetti nel diffuso malessere negli strati sociali più deboli della Capitale inizia a mostrare i suoi velenosi frutti; nell’ultimo anno le formazioni più note del fascismo romano (Casapound, Forza Nuova, Roma ai romani le maggiori, più alcune aggregazioni di quartiere) oltre alle aggressioni nei confronti di studenti e rappresentanti della società civile (come il giovane volontario aggredito ad Ostia pochi mesi fa), si sono infiltrate nella protesta dei taxisti e dei commercianti ambulanti e si sono rese responsabili di gravissimi atti di intimidazione, sia impedendo l’accesso di famiglie straniere provviste dei requisiti di legge all’alloggio popolare legalmente assegnato sia occupando i siti individuati dalle Autorità come possibili centri di accoglienza per rifugiati e transitanti.
Solo pochi giorni fa, il 25 marzo a Roma, in occasione della marcia dei “sovranisti” di Storace ed Alemanno, lo spezzone di “Roma ai romani” ha sfilato in via Cavour con le braccia tese nel saluto fascista ed al grido di “boia chi molla” ha intimidito tutti i cittadini extracomunitari incontrati lungo il percorso sotto lo sguardo delle forze dell’ordine che anzichè intervenire contro gli squadristi invitavano i cittadini straniere a cambiare percorso.
DUE PESI E DUE MISURE A distanza di una settimana da tutto questo, a Roma sono stati emessi provvedimenti restrittivi della libertà contro 13 antifascisti scesi in piazza il 21 maggio del 2016 per manifestare contro il raduno nazionale di Casapound che si teneva in contemporanea con analoghe manifestazioni a Parigi, Atene e Madrid; anche quel giorno sia nel corteo degli autodefiniti “fascisti del terzo millennio” che nel concerto di nazi-rock svolto all’aperto al Colle Oppio, fu un proliferare di braccia tese ed atti inneggianti al fascismo, a tutt’oggi ancora impuniti benchè i reati di apologia del fascismo e di ricostituzione del disciolto Partito Nazionale Fascista siano perseguibili d’ufficio, come così non si è data risposta ad una interrogazione parlamentare riferita ai fatti di quel giorno.
ORA E SEMPRE RESISTENZA Troppi segnali di questo genere ci impongono di tenere alta la guardia e, senza voler creare inutili allarmismi, questi segnali somigliano con agghiacciante attualità allo svilupparsi del fenomeno squadrista che all’inizio degli anni 20 del secolo scorso aprì la strada all’istaurazione del regime di fascista.
Il disinteresse delle istituzioni verso la storia democratica e antifascista delle nostre città (l’assenza del Sindaco di Roma alla commemorazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, la reiterata presenza delle istituzioni comunali di Anzio e Nettuno alla commemorazione dei militi repubblichini caduti della X MAS, il conferimento nel giorno del ricordo per le vittime delle foibe a Torino di una medaglia ad un combattente volontario della RSI), unitamente all’ammissione al gioco democratico delle elezioni di formazioni che chiaramente si ispirano al fascismo ed al razzismo e che dovrebbero invece essere sciolte per legge rendono drammaticamente attuale la ricorrenza della Liberazione, doverosa la difesa della nostra Costituzione che, nonostante sia stata riconfermata dal voto popolare in occasione dei 2 referendum che volevano stravolgerla, non trova pratica attuazione nei suoi principi fondamentali.