Il 31 dicembre 1968, in occasione del veglione di Capodanno nel noto locale della Versilia “La Bussola”, Il Potere Operaio pisano e il movimento studentesco organizzano una manifestazione per contestare un’ostentazione di ricchezza che viene percepito come uno schiaffo alle condizioni di vita della grande maggioranza dei cittadini. Per lo stesso motivo, poche settimane prima, il 7 dicembre, erano state lanciate, dagli studenti, uova e vernice sulle pellicce delle signore che si accingevano ad assistere alla prima della Scala, a Milano.
La Versilia è uno dei luoghi preferiti dalla media borghesia per trascorrere periodi di vacanze o festeggiare ricorrenze e La Bussola, specie in quegli anni, era il locale alla moda, il più esclusivo.
Nelle intenzioni dei manifestanti c’era il lancio di frutta e verdura verso le persone che entravano nel locale, ma la dura risposta delle forze dell’ordine presenti contribuì a provocare scontri violenti. Colpi di arma da fuoco furono esplosi dai carabinieri e a farne le spese fu il giovanissimo Soriano Ceccanti, di appena 16 anni, ferito gravemente da una pallottola che ne provocò la paralisi.
Soriano Ceccanti, negli anni seguenti, diviene un campione di scherma. Partecipa alle paraolimpiadi di Seoul, di Barcellona, di Atlanta, di Sidney, conquistando una medaglia d’oro, 4 medaglie d’argento e 5 di bronzo.
Costituisce una compagnia teatrale, la Nastro adesivo 43, e una ONG con una donna paraplegica congolese per aiutare i paraplegici africani nell’avviamento al lavoro.
Di quella notte, alla Bussola, Soriano racconta, tra l’altro, “…Noi eravamo lì per una protesta pacifica, contestavamo le sovrastrutture della società, le apparenze, la società borghese ed il benessere, di cui La Bussola era un esempio. A un certo punto, attaccati, cominciamo a difenderci. La polizia allora reagisce e spara.”
Soriano Ceccanti ha sposato Samira, una donna marocchina e musulmana, ribadendo il suo desiderio di superare le diversità e le barriere religiose e culturali.
A luglio del 2013 Soriano ha dovuto subire gli effetti di colpevole burocrazia. Gli è stata revocata la pensione di invalidità, proprio perché ha trascorso lunghi periodi in Marocco e, secondo i funzionari dell’Inps, la pensione viene sospesa a chi vive all’estero per più di un mese. Il problema è sorto per la sua assenza alla visita di controllo (purtroppo inutile, vista l’impossibilità di guarigione). Ma Soriano che aveva sempre mantenuto la residenza a Pisa, ha chiesto il ripristino della pensione.